Triumph bonneville SE
Bella ed elegante. La verniciatura bicolore con i filetti tirati a mano è una vera raffinatezza. Anche le cromature sono di buona qualità e non c’è troppa plastica in giro. E’ moto molto guardata ed ammirata dagli altri utenti della strada.
Bellissima l’iniezione elettronica conformata da sembrare una coppia di carburatori in modo da non snaturare il carattere retrò della moto. Anche ad un secondo sguardo sembrano carburatori veri!!!
Le ruote in lega da 17, peraltro belle, forse tolgono qualcosa al fascino vintage ma si guadagna enormemente in sicurezza (pneumatici tubeless) e soprattutto in maneggevolezza e piacere di guida. Purtroppo le gomme di primo equipaggiamento sono strettine e miserelle, davanti addirittura una 110 e post una smilza 130 – 120 all’ant e 150 al post darebbero più appoggio e sicurezza in curva. Lo scarico completo arrow del catalogo accessori triumph è costoso ma sensibilmente più leggero dell’originale e rende la tonalità di scarico goduriosissima, cupa e piena senza essere fastidiosa. Va detto che prestazionalmente il guadagno è poca cosa.
Il motore è morbido e gira rotondo ad ogni regime, non vibra, ha erogazione fluida e corposa ed allunga con un certo vigore. Non è motore dalle prestazioni al top, ma c’è ne è quanto basta per divertirsi e trarsi d’impaccio con spigliatezza. Il cambio è morbido con innesti precisi e netti. La frizione leggera ed efficiente da’ il suo contributo alla piacevolezza generale della moto.
La sella è bassa e comoda; essendo piatta evita che il passeggero alzi troppo il baricentro rendendo la guida faticosa.
Il triangolo sella manubrio pedane è ben rapportato, confortevole pur assicurando nel contempo un buon controllo del mezzo. Riparo aerodinamico pari a zero. La posizione di guida rende impossibile superare le velocità codice se non per brevi tratti.
Maneggevole in modo sorprendente ed anche stabile, sul dritto non ondeggia e a meno di fare plateali errori non si innescano scuotimenti allo sterzo anche passando a velocità elevata sui terribili giunti trasversali autostradali o sorpassando un TIR. In ingresso di curva è veloce e precisa, in percorrenza è stabile e non allarga in uscita. La forcella, classica e non regolabile, è di ottimo rendimento, è scorrevole ma sostenuta quel che serve, non affonda troppo in frenata e non incorre in fondo corsa se usata per quello che è. Fuori luogo pretendere prestazioni da sportiva ad una simile moto ed alla sua ciclistica. La forcella è anche discretamente confortevole ed assorbe bene sia il disastroso asfalto cittadino sia le strade extraurbane. Gli ammortizzatori danno il loro onesto contributo sui curvoni veloci senza innescare ondeggiamenti ne pompaggi però sulle sconnessioni hanno una risposta troppo secca facendo saltare il retrotreno e restituendo sgradevoli contraccolpi al pilota (ed alla sua schiena). Il freno anteriore è potente e modulabile, il posteriore fa il suo dovere. Anche qui, per il tipo di moto si comportano molto bene.
Gli specchietti esteticamente sono un po’ massicci, coerenti con l’oggetto hanno però un sistema di fissaggio che in velocità lascia a desiderare e ritrovarsi con lo specchietto chiuso è spiacevole, anche perché viene naturale cercare di raddrizzarlo con pericolosi funambolismi.
Criticabile il sistema di fissaggio della sella: bisogna rimuovere un fianchetto: sotto di esso c’è una chiave a brugola con cui allentare le viti che tengono la sella. Una cerniera avrebbe semplificato il tutto.
Quando si guida la sensazione è di essere su una moto degli anni 70 che però va bene come una moto moderna e questo è il massimo complimento per questa tipologia di moto.
Costa una cifra ragionevole ed ha un ottimo rapporto qualità-prezzo. Mantiene molto bene il valore ed è assai richiesta sul mercato dell’usato.
Marco A - all the bikes
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